
IL COMUNICATO DEL COLLETTIVO SUPERAZIONE PER Alessandro Giannetti
Il 28 aprile, il nostro compagno Alessandro Giannetti (per tutti Alessandrone) è stato condannato per imbrattamento per aver scritto, col suo sangue, la frase “Demilitarizzare il mondo” su un muro del CAMeC di La Spezia. Un’azione di protesta contro la censura dell’opera “Omaggio Ogiugno” della R(Ǝ)o Dada Crew e contro la cancellazione dallo stesso muro della scritta “Demilitarizzare La Spezia”. Una censura insopportabile, se pensiamo che entrambe le azioni si sono svolte nell’ambito della mostra dedicata a Giacomo Verde, e più precisamente al suo periodo artivista, che con Alessandrone aveva scelto di lavorare negli ultimi dieci anni della sua vita, tracciando un solco e adottando pratiche perfettamente coerenti con le due azioni in questione.
La condanna non ci ha sorpresi, ma ci ha ovviamente riempiti di sgomento. Attendiamo le motivazioni della sentenza, ma è evidente che, in una città in mano ai militari e ai guerrafondai come La Spezia, non ci sia spazio per voci di dissenso, specie ora che spirano venti di guerra e di riarmo in tutto il continente.
Il nostro sgomento, però, è aumentato quando abbiamo appreso che, insieme alla sentenza, è stato verbalizzato, e inviato alla Digos per indagini, un volantino di solidarietà ad Alessandrone che i compagni del “Collettivo Mario Giannelli contro la repressione” hanno distribuito, previa autorizzazione della questura, fuori dal tribunale. Un gesto di solidarietà che, di questi tempi, appare subito sospetto e che va indagato. Uno scenario allarmante, spaventoso, a cui noi ci opponiamo fermamente esprimendo tutta la nostra solidarietà ad Alessandrone e ai compagni del Collettivo Mario Giannelli.
Ma in questo scenario inquietante, si è inserito un ulteriore tassello che ha fatto schizzare il nostro sgomento alle stelle. La professoressa Anna Maria Monteverdi, una docente universitaria, colei che ha chiamato la polizia il giorno della seconda azione, dando di fatto inizio alla denuncia, si è permessa di dichiararsi “umanamente dispiaciuta” per la condanna, salvo poi ricominciare con la storiella che si canta e si suona dal giugno 2022, con la complicità della sua claque, ovvero che la performance non fosse autorizzata.
Allora ci è tornato in mente l’omaggio del Collettivo Superazione a Giacomo Verde nell’inaugurazione della suddetta mostra, una critica pesante al mondo della cultura, nel suo insieme, che Anna Maria Monteverdi, col suo ego smisurato, credette essere diretta a lei.
Ebbene, stavolta le dedichiamo davvero un’opera, una scomunica perenne, una condanna eterna a bruciare nelle fiamme dell’ipocrisia, del micropotere, dell’autocompiacimento. Una sentenza, la nostra, definitiva, un “a mai più riparlarci”, nella speranza di non doverci interagire mai più.
Evviva Alessandrone, evviva Giak!
Collettivo Superazione